TEMPESTA “VAIA”: PERCHE’ SI CHIAMA COSI’?

di Wally MASSIMO

La tempesta Vaia, che dal 26 al 30 ottobre 2018 ha devastato interi territori montani del Triveneto, ha avuto una concomitanza di cause, ma di sicuro una nuova: il cambio climatico. Una perturbazione di origine atlantica, che ha portato su tutta la regione copiosissime e insistenti piogge abbinate ad un fortissimo vento caldo, lo scirocco, che soffiando tra i 100 e i 200 km/h per diverse ore, ha avuto come risultato lo schianto di milioni di alberi e la distruzione di migliaia di ettari di foreste montane. In Veneto è stata una calamità peggiore dell’alluvione del 2010 e dell’alluvione di Venezia del 1966. In Veneto l’Agordino, il Cadore e l’Altopiano di Asiago sono stati i territori più devastati. Daniele Zovi, nato a Roana nel 1952, forestale in pensione, scrittore e divulgatore, nonché grande conoscitore dei boschi dell’Altopiano, ha individuato che cosa ha sicuramente peggiorato le conseguenze di tale evento. La sostituzione, in passato, di alberi tipici della fascia prealpina come il tiglio, il faggio, l’acero, la betulla e il ciliegio selvatico in favore dell’abete rosso, ha dato una mano alla tempesta. Forse si dovrebbe ripensare parzialmente alla loro reintroduzione, perché sono piante che hanno maggiore resistenza nei confronti delle future perturbazioni. Oggigiorno è importante puntare sulla biodiversità, anche perché l’errore di privilegiare l’abete rosso è avvenuto prima del cambiamento climatico. E dopo questo necessario preambolo torniamo al quesito del titolo: perché mai questa tempesta è stata chiamata VAIA? Tutti noi sappiamo che alle tempeste tropicali atlantiche vengono associati dei nomi propri di persona. L’organizzazione meteorologica mondiale (WMO) tiene un elenco di nomi in ordine alfabetico, scelti tra 6 elenchi e ognuno di essi contiene 21 nomi, uno per ogni lettera dell’alfabeto, dalla A alla W. I 6 elenchi vengono usati in rotazione. Per esempio, l’elenco usato quest’anno, era già stato usato nel 2011 e sarà riutilizzato nel 2023. C’è però una regola rigida, gli uragani più devastanti vengono depennati dalla lista, in modo che vengano associati per sempre agli anni in cui hanno avuto le conseguenze più gravi. E’ successo per Harvey, Irma, Irene e altri. Dagli anni ’50 succede una cosa del genere anche in Europa, ma con una differenza fondamentale. Dal 2002 l’Istituto Meteorologico della Libera Università di Berlino, per aiutare la ricerca sui fenomeni atmosferici, ha istituito un elenco di “battesimi”, a pagamento (circa 200 euro) con regolare contratto di registrazione, per dare un nome a fenomeni atmosferici importanti in Europa. Certo è che il giornalista di Düsseldorf Ioannis Skouras, di origine greca, mai avrebbe pensato che il nome dell’amata sorella Vaia venisse associato ad un fenomeno così devastante. In seguito a una sua grave malattia, per ringraziare la sorella di averlo amorevolmente accudito in quel periodo per lui molto difficile, ha pensato per lei ad un regalo originale, dato che lei, imprenditrice di successo, aveva già tutto quello che desiderava. Mai avrebbe pensato di doversi rammaricare per questa scelta, perché per sempre questo nome verrà associato a qualcosa di molto negativo.

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