La Regione Veneto mette 11 milioni per i vigneti

La Giunta regionale del Veneto ha approvato, su proposta dell’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan, il bando per i viticoltori che provvedono alla riconversione e ristrutturazione dei vigneti. Per la prossima annualità i contributi a disposizione delle aziende vitivinicole che producono varietà destinate ai vini a denominazione d’origine o a indicazione geografica ammontano a 10.908.993 euro. Potranno concorrere ai contributi nella misura del 40 per cento della spesa sostenuta i viticoltori veneti che investono nella riconversione varietale, nella ristrutturazione mediante diversa collocazione o modifica della forma di impianto e coltura, nel miglioramento delle tecniche di gestione dei vigneti e nel miglioramento delle opere a difesa (terrazze, ciglioni, muri a secco). Le domande devono essere presentate ad AVEPA entro il 30 agosto mentre la conclusione delle operazioni e la presentazione della domanda di saldo dovrà avvenire entro il 15 aprile 2022. “Abbiamo provveduto a ripartire subito la dotazione finanziaria del Programma nazionale di…


Lavoro, in Veneto persi 67 mila posti a causa del Covid

 Nel primo semestre del 2020 in Veneto il saldo occupazionale tra assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro è stato positivo (+23.800), ma sensibilmente inferiore rispetto a quello registrato nella prima metà del 2019 (+90.700), per una perdita di circa 67 mila posti di lavoro dipendente. Lo afferma Veneto Lavoro nel suo consueto report. La differenza è imputabile agli effetti dell’emergenza Covid-19 sul mercato del lavoro regionale e in particolare alla mancata crescita dei posti di lavoro determinata anche dalle misure di lockdown imposte per contrastare e contenere la diffusione del contagio. I dati del monitoraggio dell’Osservatorio di Veneto Lavoro, aggiornati al 30 giugno 2020, confermano tuttavia i segnali incoraggianti osservati negli ultimi due mesi, che hanno fatto registrare saldi positivi (rispettivamente +3.300 e +7.800 posizioni lavorative) vicini a quelli dello scorso anno. I danni occupazionali subiti durante il lockdown saranno difficilmente recuperabili nel breve periodo, ma la flessione occupazionale sembra essersi arrestata. Restano da valutare gli…


TEMPESTA “VAIA”: PERCHE’ SI CHIAMA COSI’?

di Wally MASSIMO La tempesta Vaia, che dal 26 al 30 ottobre 2018 ha devastato interi territori montani del Triveneto, ha avuto una concomitanza di cause, ma di sicuro una nuova: il cambio climatico. Una perturbazione di origine atlantica, che ha portato su tutta la regione copiosissime e insistenti piogge abbinate ad un fortissimo vento caldo, lo scirocco, che soffiando tra i 100 e i 200 km/h per diverse ore, ha avuto come risultato lo schianto di milioni di alberi e la distruzione di migliaia di ettari di foreste montane. In Veneto è stata una calamità peggiore dell’alluvione del 2010 e dell’alluvione di Venezia del 1966. In Veneto l’Agordino, il Cadore e l’Altopiano di Asiago sono stati i territori più devastati. Daniele Zovi, nato a Roana nel 1952, forestale in pensione, scrittore e divulgatore, nonché grande conoscitore dei boschi dell’Altopiano, ha individuato che cosa ha sicuramente peggiorato le conseguenze di…


“EL CAREGHETA”: UN’ AVVENTURA TRA MONTI E PIANURA

di Wally MASSIMO Il careghéta, o seggiolaio in italiano, era un mestiere molto diffuso nel bellunese, soprattutto nell’Agordino (Gosaldo e Rivamonte). Questo antico mestiere era presente in Veneto anche nelle zone paludose dell’Adige e del Po e ovviamente nel confinante Friuli Venezia Giulia. Quando nei paesi arrivava il careghéta si notava subito che era un “foresto”, perché era vestito con giacca e pantaloni di fustagno a imbuto, calzettoni di lana grossa, scarponi da montagna e cappello di feltro verde. Il careghéta arrivava in pianura alla fine dell’autunno e ripartiva all’inizio della primavera. Questo non era casuale: era il periodo in cui la presenza della neve impediva le consuete attività di montagna. Già nel ‘500 a Venezia erano famosi gli artigiani e i seggiolai impagliatori dell’Agordino e i loro prodotti venivano esportati dagli abili commercianti veneziani in tutto il mondo da loro conosciuto. Venivano chiamati cònthe, dal veneto bellunese “conzar”, ossìa…


Serit nel CdA di ACR+

Serit, nella persona del suo presidente Massimo Mariotti, entra a far parte del Consiglio di Amministrazione di ACR+, una rete internazionale di città e regioni con sede a Bruxelles che condividono l’obbiettivo di promuovere una gestione sostenibile delle risorse e accelerare la transazione verso un’economia circolare sui loro territori ed oltre. Lo ha deciso l’Assemblea Generale, presieduta da Iain Gulland, accogliendo così l’azienda veronese che si occupa della raccolta dei rifiuti in una sessantina di Comuni del veronese e che si è domiciliata lo scorso anno presso la sede della Regione Veneto, nella città belga, avvalendosi del supporto del suo consulente avv. Riccardo Donà Domeneghetti. “La partecipazione alla rete ACR+ ci ha consentito di essere coinvolti nella settimana europea sulla riduzione dei rifiuti organizzando una serie di eventi sul territorio e promuovendo due progetti in tema di riduzione dei rifiuti alimentari, proponendo peraltro gli stessi per il premio annuale ”,…


COVID19: L’UNIVERSITA’ DI HARVARD PROMUOVE IL VENETO

di Enrico Andreoli VO’ (PD) / HARVARD UNIVERSITY, BOSTON (USA) Il Veneto come esempio nell’emergenza Covid19. Il responso netto e senza discussioni giunge niente meno che dall’Università americana di Harvard, l’ateneo più prestigioso ed autorevole del mondo. Nel dettaglio questo è il messaggio contenuto nel lungo articolo pubblicato dalla Harvard Business Review intitolato “Lezioni dalla risposta dell’Italia al coronavirus” e redatto da Gary P. Pisano, Raffaella Sadun e Michele Zanini al fine di «evitare che USA ed Europa ripetano gli errori italiani». L’articolo nel complesso boccia l’approccio del Governo italiano nell’affrontare tale ’tsunami pandemico’, ma riserva un giudizio a parte piuttosto benevolo per la Regione del Nord-est. Gli autori denotano, come detto, che lo Stato centrale avrebbe dovuto meglio comprendere la diversità delle Regioni italiane specificando che «L’esempio più evidente è il contrasto tra gli approcci adottati dalla Lombardia e dal Veneto, due regioni limitrofe con profili socioeconomici simili. Il…


L’export della manifattura veneta cala del 3.3 per cento nel trimestre del Coronavirus

MESTRE. Manca mezzo miliardo di euro nelle esportazioni manifatturiere venete del 1° trim. 2020 (rispetto al 2019) attestatosi a 14miliardi e 667 milioni. Una contrazione prevista anche se, con il -3,3%, risulta purtroppo superiore a quella media del Paese fermatasi ad un -2%, e peggiore di quanto fatto registrare dai più stretti competitors: Friuli (-1,4%), Emila Romagna (-2,2%) e Lombardia (-3%). Anche guardando ai Paesi di destinazione si trovano molte conferme delle attese e qualche positiva sorpresa come la tenuta della Germania (+1% rispetto allo stesso periodo del 2019) che è comunque il nostro più importante sbocco (vale il 14,1% del totale export manifatturiero regionale) e la crescita degli Stati Uniti +8,7% spiegabile dal fatto che sono entrati in lockdown un mese dopo l’Europa. Calano invece Spagna -16,8% e Francia -6,8%, per quanto riguarda l’UE27 post brexit. Nei paesi extra UE27 cala molto l’Inghilterra -15,8% dovuto anche alla uscita dal mercato comune…


Cimice asiatica, via libera alla vespa samurai salva raccolti

VENEZIA. Arriva il via libera alla diffusione della vespa samurai, nemica naturale della cimice asiatica, l’insetto killer che ha provocato danni per 740 milioni lo scorso anno nei campi italiani di frutta ortaggi e mais. Lo fa sapere la Coldiretti, nel sottolineare che è stato firmato il Decreto ministero dell’Ambiente per l’inizio sperimentale della lotta biologica. Il provvedimento autorizza l’immissione dell’insetto nelle Regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e nelle provincie autonome di Bolzano e Trento. Obiettivo della diffusione di centinaia di migliaia di esemplari della minuscola vespa, spiega la Coldiretti, è salvare i raccolti italiani e fermare l’invasione della cimice asiatica che ha già iniziato ad attaccare i frutteti in un anno particolarmente difficile caratterizzato dal moltiplicarsi di eventi estremi, dal gelo alla siccità fino alla grandine. Il via libera all’insetto antagonista apre nuove prospettive, anche se ci vorrà tempo prima di avere risultati. È per questo motivo…